Gruppo Corale E Bandistico "Canti D'Italia" Diretto Dal M D Freccia - Fischia Il Vento La Leggenda Del Piave

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Review by Paal Leveraas

The album Fischia Il Vento La Leggenda Del Piave by Gruppo Corale E Bandistico "Canti D'Italia" Diretto Dal M D Freccia is a stirring tribute to the soldiers who fought in the Battle of Piave during World War I. The choir and band blend seamlessly together to create a powerful and emotional sound that perfectly captures the spirit of the songs.

One of the standout tracks on the album is the title track "Fischia Il Vento," which tells the story of a soldier who is killed in battle and his comrades who mourn his loss. The haunting melody and poignant lyrics are beautifully rendered by the choir and band, and the listener can feel the sadness and grief of the soldiers.

Another standout track is "La Leggenda Del Piave," which celebrates the bravery and sacrifice of the Italian soldiers who fought in the Battle of Piave. The choir and band deliver a rousing performance that is both patriotic and moving.

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Fischia Il Vento
La Leggenda Del Piave

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LA LEGGENDA DEL PIAVE CON TESTO ORIGINALE

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Catalog Numbers

CBN 46033

Labels

Corsair

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Formats

  • Vinyl
  • 7"
  • 45 RPM

Companies

RoleCompany
Distributed ByVedette Records

Credits

RoleCredit
ConductorM° D. Freccia

Barcodes

  • Matrix / Runout (Runout area side A): 4987 NP 21-5-66
  • Matrix / Runout (Runout area side B): 4986 NP 21-5-66
  • Matrix / Runout (Label side A): 4987-NP
  • Matrix / Runout (Label side B): 4986-NP
  • Rights Society: SEDRIM

About Gruppo Corale E Bandistico "Canti D'Italia" Diretto Dal M D Freccia

Name Vars

  • Gruppo Corale E Bandistico \
paal

Summary by Paal Leveraas

Fischia Il Vento La Leggenda Del Piave is a superb album that pays tribute to the soldiers who fought and died in World War I. The choir and band are in top form, and the music is both stirring and emotional. Fans of patriotic and military music will definitely want to add this album to their collection.

Comments

Non è di Tito Gobbi la voce o sbaglio?
cantavamo non cantavano
Che Dio benedica sempre la nostra adorata Italia.
Di questi giorni la notizia che parte dello schieramento politico vorrebbe rendere obbligatorio affiancare all'inno di Mameli la canzone "Bella ciao
Bellissima
Ricordo che la cantavano in classe alle elementari negli anni 50
La ricordo ancora e mi piaceva molto!
ONORE A TUTTI I CADUTI PER DIFENDERE LA PATRIA ??
La bellissima e calda Italia ha sempre attirato tutti gli incapaci ladri e tutti i diabolici del mondo ! Prima L’impero romano …e poi tutti gli artisti italiani quasi divini e tutti i geniali imprenditori italiani, hanno reso questo ben posizionato stivale , il gioiello più prezioso del mondo ! Quanti attacchi armati hanno dovuto respingere gli italiani versando il loro sangue ! E quanti lutti gli italiani hanno subito , e stanno adesso subendo , quando a tradite l’Italia , sono i loro governanti !!!!
Chiedo se posso utilizzare questa versione per una videolezione con i miei alunni, senza essere bloccata da you tube. Grazie!
Ci siamo dimenticati di queste frasi,di questi inni patrioti!!!!
Glielo dedico tutta a Sua Nullità Giuseppe Conte!!!
Sembra davvero un e leggenda !!!!!! ... un fiume italiano patriottico !!!!? Incredibile !!!!! .... il Piave ha veramente combattuto contro gli invasori insieme ai tanti eroi italiani che tinsero col loro eroico sangue , le sue acque di rosso ! E il PIAVE , divenne subito minaccioso !!!!!
Il Piave mormorava
Calmo e placido, al passaggio
Dei primi fanti, il ventiquattro maggio
L'esercito marciava
Per raggiunger la frontiera
Per far contro il nemico una barriera
Muti passaron quella notte i fanti
Tacere bisognava, e andare avanti
S'udiva intanto dalle amate sponde
Sommesso e lieve il tripudiar dell'onde
Era un presagio dolce e lusinghiero
Il Piave mormorò: "Non passa lo straniero"
Ma in una notte trista
Si parlò di un fosco evento
E il Piave udiva l'ira e lo sgomento
Ahi, quanta gente ha vista
Venir giù, lasciare il tetto
Poiché il nemico irruppe a Caporetto
Profughi ovunque, dai lontani monti
Venivan a gremir tutti i suoi ponti
S'udiva allor, dalle violate sponde
Sommesso e triste il mormorio de l'onde
Come un singhiozzo, in quell'autunno nero
Il Piave mormorò: "Ritorna lo straniero"
E ritornò il nemico
Per l'orgoglio, per la fame
Volea sfogare tutte le sue brame
Vedeva il piano aprico
Di lassù, voleva ancora
Sfamarsi e tripudiare come allora
"No" disse il Piave, "No" dissero i fanti
Mai più il nemico faccia un passo avanti
E si vide il Piave rigonfiar le sponde
E come i fanti combattevan le onde
Rosso del sangue del nemico altero
Il Piave comandò: "Indietro va', straniero"
Indietreggiò il nemico
Fino a Trieste, fino a Trento
E la vittoria sciolse le ali al vento
Fu sacro il patto antico
Tra le schiere, furon visti
Risorgere Oberdan, Sauro, Battisti
Infranse, alfin, l'italico valore
Le forche e l'armi dell'impiccatore
Sicure l'Alpi, libere le sponde
E tacque il Piave: "Si placaron le onde"
Sul patrio suolo, vinti i torvi Imperi
La Pace non trovò né oppressi, né stranieri
Viva la nostra bella Italia unita, oggi più che mai!!
Ma la versione migliore :
La Neva contemplava
della folla umile e oscura
il pianto silenzioso e la tortura.
La plebe sanguinava
come Cristo sulla Croce
svenata dalla monarchia feroce
che non paga di forche e di Siberia
volle ancor della guerra la miseria...
Ma sorse alfin un Uomo di coraggio
che infranse le catene del servaggio
e sterminò le piovre fino in fondo.
Quell'uomo fu Lenin
liberator del mondo.

La Neva trasportava
verso il Mar, da Pietrogrado,
il motto di Lenin "Chi è ricco è ladro"
ed il motto volando
per i mari e i continenti
destò dal sonno gi schiavi dormenti.
E valicò gli Urali, il Kremlino
e giunse sino a Monaco e Berlino...
Qui sventolando la Bandiera Rossa
"Spartaco" diè il segnal della riscossa.
E cadde. Ma alla notte, sulla Sprea
- qual immenso falò -
la salma risplendea.

La Neva commossa
alla Sprea vaticinava
che non invano "Spartaco" spirava.
La pura salma rossa
ingigantì la tormenta
e... "di denti di draghi fu sementa".
Oh quanto ne fu di fertile il terreno
e non soltanto sulla Sprea e sul Reno!
Ben disse il duce degli Spartachiani:
"Malgrado tutto, sarà mio il domani".
E l'eco ripetè a tutta la Terra:
"Fra oppressi ed oppressor
non pace mai, ma guerra!".

La Neva altri prodigi
non invano prometteva.
L'incendio all'universo si estendeva.
Minaccia il Po, il Tamigi
il Danubio ed altre sponde.
Arrosserà del Tebro le acque bionde.
Spartaco ruggirà dalla sua fossa:
... "Eserciti di schiavi, alla riscossa!".
O sozza tirannia, da troppo langue
la folla prona, cui succhiasti il sangue.
O casta scellerata e maledetta,
è giunto anche per noi
il dì della vendetta!

Là, sulla sacra Neva
sta Lenin che ansioso osserva
se la plebe latina è ancora serva.
Compagni, su mostriamo
ai fratelli bolscevichi
che noi non siamo più gli schiavi antichi!
E le campane pur suonino a festa
per salutar la plebe che s'è desta!
Noi dei tiranni il cuore ed il cervello
frantumeremo a colpi di martello.
Si appressa il giorno del fraterno amore.
Mouor con la tirannia
il regno del terrore!
Viva l'Italia!
che strumenti ci sono nel brano ? qualcuno esperto me lo puo' dire ? originariamente era suonata dall'esercito ?
24 maggio 1915 - 24 maggio 2020

In tempi difficili come questo mai dimenticare che in passato ci sono stati ostacoli molto più grandi! Onore ai caduti!
"non passa lo straniero" è riferito all'austriaco predone e usurpatore, siamo nei primi anni del 1900, in piena guerra mondiale! i neonostalgici, i leghisti, i fratelli-italiani, i forzisti e tutta la destra pecorecciamente unita, farebbe bene a studiare la Storia dell'italia durante la prima guerra mondiale e SMETTERLA una volta per tutte di vestire le frasi di un canto patriottico di quei tempi, col significato razzista dei loro elementari pensierini. i migranti sono povera gente sfortunata, nulla a che vedere con l'impero austro-ungarico che nel 1918, ancora in piena guerra, sferrò un gravissimo attacco all'esercito italiano lungo le sponde del fiume Piave. quanta malevola ignoranza alberga nelle vostre povere menti e nei vostri cuori atrofizzati dall'odio quotidiano della propaganda.
Sempre commovente questa canzone
Corrado la fine della guerra
...se penso a tutti questi uomini che ha caro prezzo ci fanno dato quella libertà. ..che ora vedo sfumare ?
ONORE agli EROI del PIAVE
Il Piave mormorava,
Calmo e placido, al passaggio
Dei primi fanti, il ventiquattro maggio;
L'esercito marciava
Per raggiunger la frontiera
Per far contro il nemico una barriera...

Muti passaron quella notte i fanti:
Tacere bisognava, e andare avanti!

S'udiva intanto dalle amate sponde,
Sommesso e lieve il tripudiar dell'onde.
Era un presagio dolce e lusinghiero,
Il Piave mormorò:
Non passa lo straniero!

Ma in una notte trista
Si parlò di un fosco evento,
E il Piave udiva l'ira e lo sgomento...
Ahi, quanta gente ha vista
Venir giù, lasciare il tetto,
Poi che il nemico irruppe a Caporetto!

Profughi ovunque! Dai lontani monti
Venivan a gremir tutti i suoi ponti!

S'udiva allor, dalle violate sponde,
Sommesso e triste il mormorio de l'onde:
Come un singhiozzo, in quell'autunno nero,
Il Piave mormorò:
Ritorna lo straniero!

E ritornò il nemico;
Per l'orgoglio e per la fame
Volea sfogare tutte le sue brame...
Vedeva il piano aprico,
Di lassù: voleva ancora
Sfamarsi e tripudiare come allora...

No!, disse il Piave. No!, dissero i fanti,
Mai più il nemico faccia un passo avanti!

Si vide il Piave rigonfiar le sponde,
E come i fanti combatteron l'onde...
Rosso di sangue del nemico altero,
Il Piave comandò:
Indietro va', straniero!

Indietreggiò il nemico
Fino a Trieste, fino a Trento...
E la vittoria sciolse le ali al vento!
Fu sacro il patto antico:
Tra le schiere, furon visti
Risorgere Oberdan, Sauro, Battisti...

Infranse, alfin, l'italico valore
Le forche e l'armi dell'Impiccatore!

Sicure l'Alpi... Libere le sponde...
E tacque il Piave: si placaron l'onde...
Sul patrio suolo, vinti i torvi Imperi,
La Pace non trovò
Né oppressi, né stranieri!